Le idee in gara

PROGETTO VINCITORE

Linee sinuose: su e giù per la Tuscia

Mariangela Fabbri – Sara Forliti

ll blu del lago di Vico, il sole che appare e scompare tra i castagni mentre un profumo di bosco ti avvolge, questa è la Tuscia, un luogo verde e rigoglioso ricco di acqua e storia, dove le colline sono tempestate dal peperino che sapientemente assemblato per secoli crea piccoli borghi medioevali. Colline che si susseguono dolcemente, colline che raccontato secoli di insediamenti umani, onde che si rincorrono fino al mare. Un paesaggio morbido, solcato da vie e sentieri che si arrampicano, che si muovono; che ti portano su e giù per un paesaggio tutto da scoprire, assi viari antichi e celebri che condussero per secoli i pellegrini di tutta Europa a Roma; Il paesaggio ha un sapore antico tutto da vivere e da scoprire.
Linee sinuose ti avvolgono e si imprimono nella mente, diventano segni sul foglio di carta, l’idea per i due elementi che guideranno e aiuteranno il viaggiatore durante il cammino. I segni si concretizzano e creano volumi che ospiteranno il totem multimediale e la torretta per distribuzione.

Il colore bruno e rossastro della terra si verticalizza e forma elementi in acciaio corten, elementi sinuosi e dal design accattivante individuabili lungo i punti del percorso, ma cromaticamente inseriti nel contesto. La forza del vento e dell’acqua smussa virtualmente il materiale e crea curve, incisioni, forature e levigazioni, i tratti del logo dell’associazione della Variante Cimina della via Francigena, si fondono con i nuovi segni per creare un oggetto di arredo urbano che testimoni la presenza dell’ente nel territorio.

 

PROGETTO MENZIONATO

Martina Coppola

La proposta di progetto dei due elementi di arredo esterno, un totem informativo segnaletico e multiuso e un distributore di bottigliette d’acqua a tipologia libera, sviluppa con particolare attenzione le richieste del Bando di Concorso, in quanto intende coniugare tradizione ed innovazione attraverso l’utilizzazione di prodotti innovativi caratterizzati da requisisti di sostenibilità ambientale.

Una particolare attenzione è stata posta, ad esempio, allo studio ed al controllo dell’impatto ambientale della Torretta per la distribuzione dell’acqua, che andrà posizionata in un contesto naturalistico di particolare pregio.

L’ideazione del manufatto si basa sull’unione di una tecnica naturale di raffrescamento delle bottigliette, che sfrutta la naturale evaporazione dell’acqua contenuta nell’intercapedine della Torretta, al potere isolante di un materiale ampiamente utilizzato nella tradizione artigianale locale, la terracotta.  In tal modo la ricerca di progetto sviluppa ed integra i temi della compatibilità ambientale e dell’artigianato locale.

La progettazione del Totem multiuso, invece, dato il suo posizionamento in un contesto urbano di notevole pregio storico-artistico, utilizza un prodotto dal design innovativo caratterizzato tuttavia da requisisti di sostenibilità ambientale. L’utilizzazione di un materiale come l’acciaio COR-TEN La tonalità cromatica ossidata appare calda e intensa ed offre molte soluzioni estetiche, l’eleganza della ruggine sottolinea la sensazione di vissuto data dai segni del tempo, come testimonia il largo impiego per sculture monumentali all’aperto. Quest’ultimo aspetto in particolare ha portato con successo il COR-TEN all’attenzione di architetti e progettisti negli ultimi anni: la sua patina rende il metallo liscio e resistente con caratteristiche cromatiche uniche le cui tonalità bene si abbinano a moltissime e diverse situazioni progettuali, per quanto riguarda l’armonizzazione al contesto dal punto di vista formale e cromatico.

L’immagine di entrambi gli elementi di arredo è stata concepita in linea con le specifiche richieste del bando essere evocativa dei luoghi; i materiali utilizzati risultano pertanto essere ben inseriti cromaticamente in un contesto ambientale e paesaggistico di grande valore, al fine di sensibilizzare e diffondere la cultura della sostenibilità ambientale anche nell’ambito dell’industria e dell’artigianato.

In ultima analisi si ricercano nuove comunicare il modo di essere, l’identità, la cultura dei luoghi, al fine di sensibilizzare e diffondere la cultura della sostenibilità ambientale anche nell’ambito dell’industria e dell’artigianato.

 

PROGETTO MENZIONATO

Christian Di Domenicantonio

La mia idea progettuale è nata dall’attenta osservazione del viaggiatore, il vero protagonista della via Francigena e in particolare della Variante Cimina oggetto del lavoro descritto di seguito. La figura del pellegrino è alla base del progetto, il quale rappresenta un contenitore di simboli e acquista maggior valore se la si associa al viaggio come metafora della vita o alle tante salite che affrontiamo quotidianamente. Le due sagome esterne è come se portassero tra di loro un peso, e questo vuole rappresentare come lungo il cammino con l’aiuto degli altri possiamo rendere meno faticose le difficoltà se si condividono i pesi. La sagoma allo stesso tempo è rappresentata in movimento a rappresentare la voglia di non cedere davanti il peso delle situazioni difficili. Per sottolineare la stretta connessione tra il viaggiatore e la strada da percorrere, ho voluto inserire lungo una parte del profilo della sagoma, un elemento fortemente caratteristico: il tratto della Variante Cimina che attraversa il comune di Carbognano. Questa scelta progettuale completa i contorni del viaggiatore, come evidenziato nella tavola grafica. Questo accorgimento vuole rendere l’elemento unico e fortemente rappresentativo in quanto espressione del cammino stesso e dello spirito di partecipazione da parte del pellegrino. Le superfici del totem sono lasciate quanto più semplici possibili, ma soprattutto nel distributore di acqua questa semplicità sta a simboleggiare l’essenzialità, che in quel caso risulta essere l’acqua stessa, elemento fondamentale durante il cammino.

La genesi formale è stata studiata al fine di conservare lo stretto rapporto con il contesto storico-ambientale. Infatti, la struttura dei totem non è impattante, ma allo stesso tempo risulta distintamente riconoscibile. Il colore del legno e dei materiali utilizzati riescono a integrarsi pienamente sia con il contesto urbano, dove troviamo molti edifici che utilizzano diverse tonalità di marroni, sia con il contesto naturale, dove dominano gli alberi e la vegetazione.


PROGETTO IN CONCORSO

Stefano Benigni

I progetti, Totem e Torretta, appaiono come blocchi metallici antichi e ritrovati nei luoghi in cui sorgono, i quali sono statai plasmati dal tempo come lo stesso modifica i paesi in cui si trovano. Le città che di volta in volta ospitavano i pellegrini che percorrevano la via Francigena, fornivano loro riparo ma soprattutto viveri. Questo bisogno di ristoro che necessariamente avvertivano i viaggiatori faceva nascere un meccanismo di “vendita” di viveri ai viandanti stessi. Legata all’incondizionata economia di sussistenza, che riguardava gli antichi paesi (anche Caprarola, Ronciglione e Carbognano), nasceva quindi la necessità di aumentare il fabbisogno di beni agricoli locali. Questo aumento di beni è direttamente proporzionato all’utilizzo di tecnologie idonee a soddisfare determinati lavori, gli attrezzi da lavoro! Gli strumenti da lavoro sono sempre stati elementi fondamentali della storia mondiale ma anche nello specifico nella storia locale. L’invenzione della macchina per la raccolta delle nocciole ha stravolto la coltivazione locale. Sono quindi gli attrezzi da lavoro a essere un elemento fondamentale, di un tempo e di oggi, per l’economia delle città come Caprarola, Ronciglione e Carbognano. In questo aspetto, gli attrezzi nascono come blocco di materia che viene plasmata nel tempo (per via dello scopo per cui sono nati e per il loro utilizzo) fino ad essere non più idonei perchè malfunzionanti o soppiantati da una tecnologia migliore. Il progetto quindi si basa sulla creazione di BLOCCHI ferrosi antichi in attesa di essere plasmati che sono alla base dell’economia locale.

 

PROGETTO IN CONCORSO

Arch. Francesco Moretti – Ing. Giuliano Pirolli

Più di 30 anni sono passati da quando Ernesto N. Rogers formulò la frase sopra riportata, che esprimeva in forma ironica l’ampiezza del territorio del progetto che può passare, con scioltezza e tranquillità, dalla progettazione di un grattacielo a quella di una sedia fino a definire, per l’appunto, l’ergonomia di un cucchiaio. In tal senso, nel progettare il Totem e la Torretta, si è scelto di seguire proprio questo slogan. Infatti, i due manufatti non sono intesi come dei semplici elementi di arredo urbano o paesaggistico ma come delle vere e proprie “piccole architetture”, dotate di un loro complesso sistema di relazioni compositive ed estetiche le quali, oltre a lanciare un messaggio di innovazione e creatività, consentono altresì un completo rispetto di quelli che dovrebbero essere i principi ispiratori della società moderna: l’accessibilità e la socializzazione. Il Totem è quindi una sorta di obelisco di acciaio attorno al quale si svolgono tutte quelle che sono alcune delle esigenze di chi si mette in viaggio sui territori della Variante Cimina della Via Francigena. Con il suo aspetto materico e monolitico, la torretta si pone come segnale inconfondibile all’interno dei centri storici consolidati dei paesi della Cimina. La Torretta è pensata invece come una piccola stazione di posta in miniatura che, oltre a dissetare il viandante, consente allo stesso di trovare riposo e relax tramite l’apposizione di altri piccoli volumi architettonici che rendono la struttura un vero e proprio landmark all’interno del paesaggio circostante.

Il richiamo a forme semplici ed archetipe (la copertura a doppia falda, i piani inclinati ecc.), unito all’utilizzo di materiali grezzi e poco rifiniti, oltre a consentire una forte sostenibilità del progetto, garantisce un perfetto inserimento dei due oggetti “architettonici” all’interno di paesaggi urbani e rurali esistenti e consolidati. Il fruitore avrà in tal senso l’impressione di trovarsi di fronte a dei manufatti senza tempo, il cui stile è difficilmente databile, e per questo consono a dei contesti di alto pregio storico ed ambientale.

 

PROGETTO IN CONCORSO

Arch. Luigi Pesciaroli

Il progetto riguarda l’ideazione di due elementi funzionali destinati a rafforzare l’identità sociale, culturale ed emotiva dei vari borghi che si snodano lungo il suggestivo percorso della Variante della Via Francigena. In particolare, gli elementi oggetto di progettazione sono stati: un totem multiuso da collocare principalmente in contesti urbani e un distributore di bottigliette d’acqua, da localizzare in ambito extraurbano.

La forma monolitica e lineare propria degli elementi progettati, combinato a colori chiari, neutri e naturali, favoriscono un’ottima integrazione sia in contesti urbani e rurali. Grazie poi alle loro molteplici funzionalità accessibili a tutti, alla loro resistenza strutturale ed al loro design moderno, comunicativo ed elegante, assumono l’aspetto di veri e propri elementi d’arredo capaci di valorizzare l’ambiente in cui vengono inseriti.

 

PROGETTO IN CONCORSO

Marco Presta

Totem e distributore nascono dall’idea di interporre sulla strada del viandante dei veri e propri elementi scultorei, che cercano di assumere attraverso la propria conformazione un legame con il paesaggio circostante, creando una combinazione equilibrata tra naturale e artificiale. Essi sono pensati come blocchi massivi, elementi dalla geometria netta e definita, la cui massa spigolosa sembra plasmata dall’azione incessante della natura, dall’acqua che percola sugli spigoli duri e dal vento che ne taglia la materia secondo il suo principio generatore. L’idea prende ispirazione dal disegno futurista marinettiano, portavoce di movimento e fluidità, specificatamente da “Forme uniche della continuità nello spazio”. La forma è perciò unicamente generata dal contesto naturale e dalla funzionalità. La necessità genera forma nello spazio e questa forma prende l’aspetto e le caratteristiche necessarie al suo spazio: è per questo che l’oggetto in sé è peculiare per il suo spazio e il suo ambito, e solo per quelli. (voglio dire che siccome la forma e generata dal luogo questo oggetto è pensato per quel luogo quindi può essere li e soltanto li , riesci a scrivermi questo concetto in modo figo e filosofico?) Alla massività dell’esterno si contrappone il vuoto interno, come contenitori che vengono recisi e scavati in relazione alla propria funzionalità. Contenitore di movimento è il distributore, in cui un gioco di bottiglie che scorrono l’una sull’altra ne crea un sistema naturale, che lo rende una sorta di organismo vivente, che vive mediante l’azione stessa del viandante. L’oggetto prende vita mediante un’inerzia scaturita dal gesto dell’uomo, che innescando il meccanismo attraverso l’estrazione di una bottiglia, dona vita propria all’organismo trasformando l’energia potenziale in dinamica. La scelta del materiale rispecchia il principio generatore. L’acciaio corten è un materiale che sottoposto agli agenti atmosferici si ossida, creando una mutazione cromatica della sua pelle. La mutazione degli elementi scultorei avviene con il paesaggio stesso, e il mutare li rende parte integranti del paesaggio, diventando frammenti dello stesso. L’oggetto si strasforma così in simbolo vivente del mutare delle cose: la mutazione causata dal passaggio dell’uomo diventa simbolo di utilizzo e utilità, la mutazione causata dalla natura invece diventa simbolo di inarrestabile precarietà. Il tutto si realizza armonicamente attraverso l’altalenarsi artistico di cromie tendenti al verde e al marrone che, nel distributore, si adattano e riprendono la natura circostante e che nel totem mutano creando cromie scultoree ramate, trasformandola in una vera e propra scultura, simbolo urbano. L’elemento dapprima ideato come tecnicismo umano, muta infine con il paesaggio stesso, diventando parte integrante di esso.