I Territori della Variante Cimina

Molti centri minori, sebbene dotati di un patrimonio culturale materiale e immateriale, sono economicamente depressi e si collocano al di fuori dei circuiti turistici ed economici consolidati: situati in aree marginali rispetto alle grandi direttrici di collegamento e ai centri urbani principali, tentano di realizzare strategie di sviluppo incentrate sulla valorizzazione del turismo culturale “consapevole” e della fruizione lenta a partire dal proprio patrimonio storico-culturale e ambientale. Nasce la necessità di affrontare il tema del turismo consapevole e della fruizione lenta come processo di valorizzazione del territorio agricolo e naturale, attraverso la difesa di economie integrate. Emerge quindi il nuovo concetto di experience-based tourism, che va oltre l’esperienza di viaggio fugace, prolungandola nel tempo attraverso un coinvolgimento intellettuale ed emotivo in grado di stimolare la diffusione della conoscenza.
i Territori della Variante Cimina della via Francigena che, si riuniscono attorno alle comunità di Canepina, Caprarola, Carbognano, Castel Sant’ Elia, Nepi, Ronciglione e Vignanello, utilizzano il marchio attrattore della via Francigena, (presente al margine di queste zone), al fine di riscoprire un passaggio alternativo  capace di mettere in rete le specificità culturali, naturalistiche, produttive e sociali del territorio e di costruire un indotto basato sul Turismo Culturale.

Con la presentazione del “progetto di valorizzazione e promozione turistica dei Borghi del Lazio” (DGR n. 771 del 14 dicembre 2016) dal titolo I Territori della Variante Cimina della via Francigena scritto e coordinato dall’Associazione Culturale Variante Cimina della via Francigena, i Comuni di Caprarola, Carbognano e Ronciglione, classificandosi al terzo posto sui 150 progetti in gara, hanno ottenuto un finanziamento regionale per la realizzazione di un distretto turistico basato sul turismo lento ed esperienziale.

 

Il progetto: I Territori della Variante Cimina della via Francigena

Tra i monti Cimini, il lago di Vico e  la valle del Tevere c’è un pezzo di Lazio, attraversato dalla via Francigena, che racconta storie, paesaggi e tradizioni enogastronomiche di grande fascino e interesse: siamo in provincia di Viterbo, nell’entroterra, a pochi chilometri da Roma. È un Lazio incontaminato, quella che mostra sterminati orizzonti collinari, dolci d’estate e lunari d’autunno, e che si riunisce attorno alle comunità di Caprarola, Carbognano e Ronciglione.

Questi paesi hanno in comune potenzialità e obiettivi di sviluppo. La loro unione li potrà rendere competitivi in un mercato globale offrendo come valore aggiunto sul mercato peculiarità legate ad un modo di vivere il territorio alternativo: l’idea di Variante, variante di un sistema, alternativa di un modo di vivere e produrre che nasce da un’identità locale basata su principi condivisi e legami territoriali.

La via Francigena è sicuramente un grande attrattore che tuttavia non è in grado di restituire l’immagine globale del territorio che attraversa. Il progetto ha come obiettivo il far conoscere quello che c’è oltre lo sguardo di chi percorre la via Francigena verso Roma: i Borghi e i loro territori circostanti caratterizzati da emergenze architettoniche e monumenti, spazi pubblici di relazione nonché dal tessuto sociale e culturale.

Si intende pertanto superare il concetto di “strada” che porta via introducendo quello di “territorio” che trattiene e accoglie. Da qui il nome I Territori della Variante Cimina della via Francigena.

Il progetto opererà attraverso i diversi mezzi della comunicazione, della valorizzazione delle manifestazioni di rilievo e della elaborazione di materiale promozionale del territorio creando un sistema promozionale turistico di alto valore, mirato alla creazione di opportunità diffuse sul territorio che coinvolgano sia i soggetti istituzionali (Comuni, Pro Loco, Comunità Montane), sia gli operatori privati. L’obiettivo è lavorare all’allargamento delle proposte turistiche con una sempre più spiccata differenziazione dell’offerta, destinata a raggiungere ampie fasce di pubblico e a consentire permanenze più lunghe nelle strutture ricettive. Un’offerta turistica diversificata che sappia integrare le potenzialità enogastronomiche con quelle culturali e paesaggistiche del territorio.

 

Obiettivi e azioni

Il progetto perseguirà tre obiettivi strategici, a cui corrisponderanno specifiche azioni.

I tre obiettivi sono così riassunti:

  1. istituire una rete di Comuni per valorizzare le vocazioni locali culturali, produttive e sociali dei borghi dei territori della Variante Cimina.
  2. promuovere la riscoperta e la salvaguardia dei beni alimentari e della tradizione locale.
  3. diffondere il turismo lento attraverso la promozione di eventi sul territorio.

Gli obiettivi sopra elencati si trasformeranno in azioni specifiche di valorizzazione dei campi di eccellenza del territorio:

      1. mappatura dell’esistente in termini di offerta ricettiva e di cultura dell’accoglienza al fine di creare una rete di servizi standardizzati su tutto il territorio ideando un marchio riconoscibile e riconducibile all’ambito di progetto;
      2. creare un immaginario collettivo e una tradizione di accoglienza che possa attrarre  non solo il pellegrino ma anche il turista tradizionale, desideroso di vivere l’esperienza “francigena” a pochi passi da Roma: verrà realizzato un filmato con riprese a 360° con droni e story-telling (la sapienza degli anziani e l’innovazione dei giovani) da diffondere sui vari siti istituzionali dei Comuni coinvolti nel progetto;
      3. creazione di una task force di giovani dei tre comuni che operino congiuntamente sui social network e forum, che agendo sotto il logo del progetto diffondano in rete le iniziative e le attività in corso sul territorio. La loro azione sarà anche finalizzata all’internazionalizzazione del progetto e all’apertura a nuovi mercati;
      4. attrarre un turismo consapevole disposto a spostarsi sul territorio con mezzi pubblici e a piedi, organizzando passeggiate tematiche di uno (eventi giornalieri tematici o in concomitanza con le manifestazioni locali ricorrenti negli anni o nelle stagioni, rievocative dei luoghi o del folklore) o di più giorni (su tutto il percorso Caprarola-Carbognano-Ronciglione). Gli escursionisti saranno accompagnati da “ambasciatori del territorio” capaci di promuovere le realtà locali valorizzandone la cultura, la storia e le tradizioni che le caratterizzano, organizzati in cooperative di giovani per creare un immediata ricaduta economica e nuove figure professionali (vedasi il master dell’Università della Tuscia in “Narratore di Comunità”);
      5. Individuazione per ogni territorio comunale di un punto strategico o significativo del percorso dove posizionare un totem informativo di servizio con: ricarica di cellulari o tablet, pompa per gonfiaggio dei pneumatici delle biciclette.
      6. Posizionamento di torretta di distribuzione di acqua in bottiglia dove la lunghezza del percorso lo dovesse richiedere (problematica più volte sollevata degli escursionisti e punto debole della Variante Cimina della via Francigena).
      7. in territori come quelli in esame, fortemente caratterizzati da una mono-economia (coltura della nocciola) capace di garantire un benessere diffuso, attività economiche alternative come il turismo, soffrono di un’arretratezza dovuta allo scarso interesse che riscuotono negli operatori economici. Questo rappresenta un serio pericolo e una minaccia per le identità culturali locali. Il coinvolgimento delle Pro Loco avrà il compito di creare, nel tessuto sociale e imprenditoriale, i presupposti per una differenziazione delle attività attraverso la formazione di:
        • formazione e aggiornamento sui nuovi metodi e sulla cultura dell’accoglienza per quanti già operano nel settore turistico;
        • giovani operatori che possano operare nel campo dell’accoglienza anche secondo le logiche della piccola imprenditoria (ambasciatori del territorio, accompagnatori per i trekking urbani, hospitaleri, ciclo officine itineranti, valorizzazione di prodotti enogastronomici a km0);

Il presente progetto ha la caratteristica di essere scalabile e pertanto può prevedere l’aggregazione futura di altri comuni con i loro percorsi, al fine di creare una rete territoriale di maggiori dimensioni.

Le azioni proposte, hanno la funzione di volano attivando la costruzione di reti in grado di autosostenersi anche dopo la conclusione del progetto.